Gianni sceglie di cambiare vita per fa crescere le sue due figlie in un luogo di maggior umanità secondo la volontà della loro madre morta purtroppo di cancro. Saranda, la città che lui e sua moglie hanno amato, è il luogo ideale per questo nuovo progetto di vita e di rinascita. Il luogo nel quale proseguire nella direzione umana che era loro piaciuta.
Saranda, Santi Quaranta , per il mito dei 40 soldati romani di fede cristiana che rifiutarono l’abiura, è una città di mare del sud dell’Albania. Sita in un golfo naturale che la espone al sole e le rende una luminosità straordinaria. Un luogo dove le culture albanesi e greche si mescolano, con le loro consonanze e le loro stonature. Esistono enclavi greche in Saranda, ci sono molti albanesi espatriati in Grecia per cercare lavoro. Un luogo di frontiera, una città di mare sulla cui baia si affaccia Corfù. Una terra di pescatori e allevatori che oggi si trova in prima fila a gestire il successo turistico albanese, la chiamano La Perla dell’Adriatico, la Piccola Montecarlo. Ovviamente così non è, e per noi è molto di più e molto di migliore.
E’ un suo certo afflato esotico che la rende una città da sapori misti. I suoi mercati, le merci che arrivano dalle campagne circostanti portate dagli stessi coltivatori, i suoi ristoranti dove il gusto dell’ospitalità copia quelle della gente locale, le colline rocciose che la circondano, il mare di un verde perlaceo e di un’azzurro ionico che acceca, la gente che ama per tradizione condividere, sostenere, aiutare il prossimo. Sono i livelli della suo salire la montagna dal mare ha darle l’aspetto di paradigma di umanità pulsante: dal lungomare impeccabile alle strade più alte nelle quali i retaggi novecenteschi vivono ancora nelle strutture abitative e nelle abitudini dei loro abitanti.
Saranda una città dai più volti. Quello turistico è forse oggi il prevalente, ma questo non sembra aver modificato la gente del posto. Gente che è legata al danaro come ci si lega a quanto è necessario per sbarcare il lunario o a quello che può garantire un futuro ai figli, gente che riconosce agli altri ogni diritto che sente anche suo, situazioni che si risolvono spesso in maniera umana e personale, implicazioni di controllo che pesano il minimo, pur esistendo ed essendo in aumento. La gente sa, come dice Gianni, che chiunque può commettere una sbaglio, che la tolleranza è un atteggiamento che rispetta il limiti di tutti, che la persona è il centro del sistema e non è il sistema a essere centrale relegando le persone a mere passeggere funzioni del sistema stesso.
Ecco la Saranda che sa di mare, di umanità e di umanesimo, con le sue contraddizioni.
La domanda che mi viene piacevolmente spontanea passeggiando per i suoi lungomare, e anche la provocazione che questa domanda ha in sé, è questa: perché "corruzione" ha solo un significato negativo di degenerazione, perché non c’è un sinonimo per avvicinarla alla mediazione, alla trattativa, al negoziato. Perché tra la gente antica e benevola è questo che avviene. Tu stai viaggiando senza la cintura di sicurezza, io arrivo male alla fine del mese. Posso farti 200 € di multa, toglierti 4 punti della patente, costringerti a perdere una mattinata per recanti in posta a pagare il bollettino, oppure tutto questo non è nemmeno contemplabile tra noi e tu mi paghi un caffè e accetti la mia reprimenda e il mio monito. E’ una antica trattativa da agorà, potremmo dire. Certo è una provocazione, ma sono sicuro che molti di voi ne comprenderanno il senso.
In questa intervista c’è tutta la vita di Gianni e tutta l’essenza di Saranda. Un uomo e una città dei quali sentirete il fascino!
@storyhunterstv-cambiovita incontra una storia di amore per il futuro delle proprie figlie, un uomo che ha scelto di far crescere le sue due bambine in un luogo sereno, con una qualità di vita migliore rispetto a quella che Torino potesse offrir loro, secondo la volontà della loro madre purtroppo deceduta per cancro quando erano ancora piccolissime. . Questa storia è un esempio di scelta di vita che testimonia la possibilità di cambiare vita in un paese più povero per poter trovare una maggiore umanità, relazioni sociali simili a quelle che si avevano in Italia negli anni '60.
La storia di Gianni ci dimostra che cambiare vita anche in una situazione psicologica pesante e difficile, può essere di aiuto, può contribuire a dar forza e spazio a un rinnovamento interiore, dove soprattutto le relazioni umane diventano il vero motivo di cambiamento.
#vivereinalbania #Saranda #pensione
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Saranda, Santi Quaranta , per il mito dei 40 soldati romani di fede cristiana che rifiutarono l’abiura, è una città di mare del sud dell’Albania. Sita in un golfo naturale che la espone al sole e le rende una luminosità straordinaria. Un luogo dove le culture albanesi e greche si mescolano, con le loro consonanze e le loro stonature. Esistono enclavi greche in Saranda, ci sono molti albanesi espatriati in Grecia per cercare lavoro. Un luogo di frontiera, una città di mare sulla cui baia si affaccia Corfù. Una terra di pescatori e allevatori che oggi si trova in prima fila a gestire il successo turistico albanese, la chiamano La Perla dell’Adriatico, la Piccola Montecarlo. Ovviamente così non è, e per noi è molto di più e molto di migliore.
E’ un suo certo afflato esotico che la rende una città da sapori misti. I suoi mercati, le merci che arrivano dalle campagne circostanti portate dagli stessi coltivatori, i suoi ristoranti dove il gusto dell’ospitalità copia quelle della gente locale, le colline rocciose che la circondano, il mare di un verde perlaceo e di un’azzurro ionico che acceca, la gente che ama per tradizione condividere, sostenere, aiutare il prossimo. Sono i livelli della suo salire la montagna dal mare ha darle l’aspetto di paradigma di umanità pulsante: dal lungomare impeccabile alle strade più alte nelle quali i retaggi novecenteschi vivono ancora nelle strutture abitative e nelle abitudini dei loro abitanti.
Saranda una città dai più volti. Quello turistico è forse oggi il prevalente, ma questo non sembra aver modificato la gente del posto. Gente che è legata al danaro come ci si lega a quanto è necessario per sbarcare il lunario o a quello che può garantire un futuro ai figli, gente che riconosce agli altri ogni diritto che sente anche suo, situazioni che si risolvono spesso in maniera umana e personale, implicazioni di controllo che pesano il minimo, pur esistendo ed essendo in aumento. La gente sa, come dice Gianni, che chiunque può commettere una sbaglio, che la tolleranza è un atteggiamento che rispetta il limiti di tutti, che la persona è il centro del sistema e non è il sistema a essere centrale relegando le persone a mere passeggere funzioni del sistema stesso.
Ecco la Saranda che sa di mare, di umanità e di umanesimo, con le sue contraddizioni.
La domanda che mi viene piacevolmente spontanea passeggiando per i suoi lungomare, e anche la provocazione che questa domanda ha in sé, è questa: perché "corruzione" ha solo un significato negativo di degenerazione, perché non c’è un sinonimo per avvicinarla alla mediazione, alla trattativa, al negoziato. Perché tra la gente antica e benevola è questo che avviene. Tu stai viaggiando senza la cintura di sicurezza, io arrivo male alla fine del mese. Posso farti 200 € di multa, toglierti 4 punti della patente, costringerti a perdere una mattinata per recanti in posta a pagare il bollettino, oppure tutto questo non è nemmeno contemplabile tra noi e tu mi paghi un caffè e accetti la mia reprimenda e il mio monito. E’ una antica trattativa da agorà, potremmo dire. Certo è una provocazione, ma sono sicuro che molti di voi ne comprenderanno il senso.
In questa intervista c’è tutta la vita di Gianni e tutta l’essenza di Saranda. Un uomo e una città dei quali sentirete il fascino!
@storyhunterstv-cambiovita incontra una storia di amore per il futuro delle proprie figlie, un uomo che ha scelto di far crescere le sue due bambine in un luogo sereno, con una qualità di vita migliore rispetto a quella che Torino potesse offrir loro, secondo la volontà della loro madre purtroppo deceduta per cancro quando erano ancora piccolissime. . Questa storia è un esempio di scelta di vita che testimonia la possibilità di cambiare vita in un paese più povero per poter trovare una maggiore umanità, relazioni sociali simili a quelle che si avevano in Italia negli anni '60.
La storia di Gianni ci dimostra che cambiare vita anche in una situazione psicologica pesante e difficile, può essere di aiuto, può contribuire a dar forza e spazio a un rinnovamento interiore, dove soprattutto le relazioni umane diventano il vero motivo di cambiamento.
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